Le amanti
dell’omonimo romanzo di Elfriede Jelinek
Interpretazione, Regia, Drammaturgia Teatrino Giullare
Traduzione italiana Valeria Bazzicalupo
Elementi scenici Cikuska
Produzione Teatrino Giullare e Festival Focus Jelinek
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Si ringraziano ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione e Comune di Sasso Marconi
Un ringraziamento particolare a Francesca Zarpellon
Protagonista di questa storia è l'Amore, Eros, con le sue angosce, le sue spesso fallaci promesse; ma anche la provincia, quel luogo in cui le cose si decantano, e che sia la provincia austriaca è quasi un dettaglio.
Vengono alla luce due vite, quella di Brigitte, che lavora in una fabbrica di reggiseni, e quella di Paula, quindicenne che lotta contro i genitori per sfuggire a una vita senza prospettive. Brigitte ha le idee chiare: accaparrarsi con le unghie e con i denti l’amore di Heinz. Paula, data la giovane età, è più confusa, ma anche lei s’innamora, perché solo l’amore sembra poter dare senso alla sua esistenza.
Il linguaggio straordinario dell'autrice, di grande impatto, irruente e sofisticato, giocato sul filo del calembour e del paradosso, a tratti irresistibilmente comico viene rispettato ed esaltato dall'adattamento teatrale operato dalla compagnia.
Con leggerezza sarcastica e soluzioni sceniche sorprendenti la messa in scena di Teatrino Giullare gioca con la misera condizione delle due donne, dominate da maschi eternamente posseduti dalla libidine, vittime di famiglie in cui la povertà dei sentimenti causa un letargo idiota, simile alla morte.
Una regia rigorosa e lucida che con invenzioni visive ai confini tra teatralità e installazione artistica mette a fuoco un'immagine fosca e tagliente della razza umana, l'insensatezza della vita lavorativa, le ossessioni di due giovani donne che si aspettano che solo dall’amore venga fuori il riscatto di un’esistenza altrimenti insignificante.
Una duello teatrale tra Eros e la brutalità in cui la satira prende come oggetto la retorica sull'Amore, che si rivela l’ennesima mistificazione dell’essere umano per non vedere la povertà dei suoi orizzonti.
“Se qualcuno vive un destino, allora non qui. se qualcuno ha un destino, è un uomo. se qualcuno riceve un destino, è una donna. disgraziatamente qui la vita passa, solo il lavoro resta. qualche volta una delle donne cerca di unirsi alla vita che passa e di chiacchierare un po’ con lei. ma spesso la vita va via in macchina, troppo veloce per la bicicletta, arrivederci!”