di Elfriede Jelinek (2013)
traduzione di Luigi Reitani
mise en espace diretta da Claudio Longhi
con studenti dell’Università di Bologna

Esito del laboratorio teatrale con studenti dell’Università di Bologna diretto da Claudio Longhi su Die Schutzbefohlenen – I rifugiati coatti tra i più recenti testi di Elfriede Jelinek (2013) tradotto appositamente da Luigi Reitani.
Die Schutzbefohlenen – I rifugiati coatti affronta la questione della in/accessibilità dell’Europa, da Le supplici alla tragedia dei profughi di Lampedusa. Die Schutzbefohlenen – I rifugiati coatti “mette sotto accusa un’Europa neoliberale nella quale il concetto di “integrazione” pare essersi ridotto a mero eufemismo” (Silke Felber).

Lo spettacolo viene presentato mercoledì 3 dicembre 2014 alle ore 21 ai Laboratori delle Arti di Bologna (ingresso libero) e venerdì 5 dicembre presso l’Oratorio San Filippo Neri di Bologna (ore 21).

Sfida rigorosa a tutte le convenzioni e i pregiudizi teatrali comunemente accettati, la scena di Elfriede Jelinek si costruisce come luogo di una negazione assoluta, come terreno radicalmente vergine, disposto esclusivamente a pensarsi come altro da sé. Il laboratorio incentrato su Die Schutzbefohlenen (I rifugiati coatti) – una delle ultime creazioni teatrali dell’autrice tradotta appositamente da Luigi Reitani, costruita su di un abile travestimento del mito eschileo delle Supplici in una letteralmente tragica (o antitragica) cronaca delle carneficine che da mesi si consumano, giorno dopo giorno, nel canale di Sicilia (così come lungo tutti i confini a qualsiasi latitudine diuturnamente attraversati da orde di profughi e migranti) – intende, in particolare, esplorare la paradossale dimensione postdrammatica della strutturatissima drammaturgia jelinekiana, individuando, in particolare, il coro e la sua sfuggente relazione con il solista, quale chiave di volta dello scomodo teatro antiteatrale della ribelle (o rivoluzionaria?) Elfie-Elettra. (Claudio Longhi, dal sito del Cimes)